È primavera, addormentatevi bambine;
perché chi di notte vi venga a scoprire,
viste dalla finestra del cortile,
in silenzio, riscuota il suo piacere
e prendetevi quello che sa dare.
Bambine, che aspettate ad aspettare?
Vuolsi così e cosà quel che si vuole.
Chi siamo noi, quaggiù, per contestare?
Lo riconoscerete dal rumore
dei passi che sognate di sognare,
e nuotano negli occhi e per le scale.
Troppe sbornie d’orgoglio da smaltire
e fame che è difficile stanare.
Se se ne andrà, non vi farà del male;
sole, vi sentirete meno sole.
Se sorridi e lo lasci trafficare
come chi per raccogliere s’è arresa
e non ha più bisogno di difesa,
se sorridi anche senza che ti veda
gli sembrerà persino di affiorare
mentre sprofonda e molla la sua presa,
mentre sprofonda e perde la sua preda,
mentre si perde e torna a respirare.
Ma è aprile, si sente che c’è il sole
fate presto, bambine, finché è aprile
perché a maggio l’amore è già un dovere,
a giugno è già stanchezza senza nome,
d’autunno un’ora d’aria di prigione.
D’inverno è troppo tardi per capire
che c’è un risentimento a ogni stagione
e tempo per star sveglie sul balcone.
Ma adesso addormentatevi, bambine.