Confesso che mi sento un po’ a disagio
come il camion stipato quando frena.
E non riesco a salvarmi dal naufragio
nei cieli rossi di Sampierdarena.
Passano le bellissime di ieri
passano sotto i portici, i vortici, di sempre.
Tornavano da amanti parrucchieri
nei sordi doposcuola di dicembre
che i tuoi occhi ci avevano la molla,
i tuoi occhi suoi loro fianchi larghi.
Il loro dolce autunno: una cipolla
da sfogliare, a occhi chiusi, nei letarghi.
Ma adesso, ti dirò, non sono in vena
di fare l’orchestrina coi bicchier.i
Mi vengono col vento dei cantieri
solo le rime di Sampierdarena
che si baciano come fuori scuola,
che s’imboscano dentro ogni portone,
che limonano in ogni mia parola,
che mi sloggiano dalla mia canzone…
Ma chi ce l’ha mai avuta, ‘sta «canzone»
se a scuola ci piegavano la schiena
su poeti nazionali esportazione
marci di «rime di Sampierdarena»

Altri testi su: http://www.testimania.com/testi/testi_max_manfredi_4933/testi_max_16205/testo_le_rime_di_sanpierdarena_187345.html
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