Piogge – Max Manfredi

Viene la pioggia di maggio, tutti si guardano in faccia
“Vuoi venire sotto il mio ombrello” e pensano tra le mie braccia

Ma viene la pioggia di giugno sui palchi montati a fatica
e piove sul telone del service e su strumenti di musica antica

Ma viene la pioggia di luglio, pèrlage ozioso ed inquieto
Interrogatorio di gelsi e retata di fiori al Roseto

Ma viene la pioggia di agosto sulle auto cosparse di spore
moglie mia io non mi conosco, e mi tradisco solo per amore

Ma viene la pioggia di settembre sulle moto dello studentame
e piove dalle tegole rotte delle loro materie d’esame

Ma viene la pioggia di ottobre che i cani hanno i peli tristi
Il vento tira su il suo grembiule e danza con tutti i ciclisti

Ma viene la pioggia di novembre, ci piglia che siamo per strada
in chiesa Salomè è lì che attende col piatto del Battista di Ovada

Ma viene la pioggia di dicembre, si fermano in tanti a vedere
qualcuno apre già la finestra perché la pioggia è diventata neve

Ma viene la pioggia di gennaio che per gli sposi è pioggia di riso
e nuotano i cocktail di gamberi sul fondo di quel mare così grigio

Ma viene la pioggia di febbraio sul telefono e sul tuo taccuino
Sui vini che non vanno mischiati e sull’amore che è un po’ come il vino

Ma viene la pioggia di marzo uguale in Liguria e in Brasile
e sveglia col suo canto da ostello il sonno leggero d’aprile

Ma viene la pioggia di aprile dove nuotano pesci sognanti
e piove sui bagni Medusa e sulla strofa che resta davanti

Ma torna la pioggia di maggio, cancella gli addii e la stazione
Vuoi venire sotto il mio ombrello ma è pioggia di un’altra canzone