Sestiere del molo – Max Manfredi
Muratori picchiano giù duro che mi ero appena addormentato
Gocciolato dall’hotel Finlandia come un altro baby non pagato
Facce in giro come letti sfatti, letto sfatto, la città alle nove
Pensionati leggono i giornali per vedere chi gli sopravvive
Non c’è tempo per chi aspetta tempo non c’è tempo da inseguire
Non c’è tempo per il gusto lento o il gusto amaro di rincoglionire
per i topi del banchetto e i Guardiani della Dieta
poco tempo per scavarsi un bunker nella carne di un altro pianeta
Poi magari a Sestiere del Molo o in un altro chissà dove
tu domani ti ci trovi solo e non sai se c’è del sole o se piove
ti ci trovi con la giacca a vento, vento di mare, vento d’altura
ti ci trovi a battere il tempo, arcobaleno e segatura
E lo scandalo è nella voce dell’amico un po’ alterato
che minaccia di apocalissi pompinari e servi dello stato
e nel silenzio che si compone fra te e l’autobus notturno
che fa il giro in Circonvallazione capolinea su Saturno
Poi magari a Sestiere del Molo o in un’altra inquadratura
tu domani ti ci trovi solo e non fa nemmeno un po’ paura
eppure senti rotolare i tuoni nel biliardo del Cral del cielo
ti ci trovi a battere il mento, segatura e arcobaleno
Ma stappatevi un po’ le orecchie e sentite quello che sentenzio
Se non pagherete la mia voce pagherete il mio silenzio
Accadrà durante l’happy hour nella Casa dell’Artista
poi ciascuno sarà giudicato in tempo per il sabato fascista
Poi magari a Sestiere del Molo o in un posto più inguattato
tu domani ti ci trovi solo e non sai come ci sei capitato
e li vedi tutti al tavolino, e non riesci a credere ai tuoi occhi
il più vecchio che paga il giro, il più giovane che chiama i tocchi