Lui girava e svendeva gli articoli e molti aggettivi
e lottava con l’angelo del catch-up nel bar dei turisti
per il resto non era poi mica diverso dagli altri piazzisti
una tasca di grandi illusioni e di preservativi
e azionava il telecomando di questi e di altri gabbiani
per lanciarli sul mare marrone che avete in città
e voleva esserti amico come i sette nani
che ogni notte abbracciavano Biancaneve a metà
e io a quei tempi annusavo le lettere rosa
finchè ho dato fuoco alla vecchia brughiera
in barba a chi briga per far della vita un vestito da sposa
e di quell’altra
un vestito da sera
lui voleva farti da chiesa, da scuola, da asilo infantile
combinare qualcosa con i botti, i botti di San Silvestro
e poi sfuggire le folle dei walk-man spettrali di pile
e coprirti di ori e monili che gli manda la Vestro
ma ora prende il cappotto e “Buonanotte dolci signore
ci vediamo domani” ed intende: “domani mattina”
e nessuno se la sente di dirgli: “Hai lasciato il cuore sopra il balcone,
lo hai lasciato tra il banco e la birra alla spina”
ed io, io non ho il suo cappello e non ho il suo peccato
io lascio la cicca a chi ha una storia migliore
se i miei angeli sono pesi piuma danzanti tra corda e quadrato
e io sono il fesso che gli fa coraggio gli fa da allenatore